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Quei generosi bond dei brics

Pubblicato su 2 Giugno 2013

Dopo Cipro, ovviamente tutti ci chiediamo quali altri focolai d’infezione ci dovremo aspettare dall’Unione Europea e quali altre decisioni “eterodosse” giungeranno dai vertici per sanare un sistema bancario che si sospettava essere ormai quasi al sicuro. Quasi. E siccome già la Slovenia inizia a scricchiolare si teme che il peggio possa arrivare dai Balcani, da quella rivelazione che al suo nascere inaspettato aveva fatto sospettare molti di essere una bolla. Intanto arrivano i tagli agli stipendi e il declassamento da parte di Fitch di 5 istituti di credito.

Detto questo, allora, meglio partire altrove. Ma dove? E soprattutto, come? Prima di tutto adottando come parametro il famoso rating delle altrettanto tristemente famose agenzie, le quali, nel bene e nel male restano pur sempre le uniche a poter indicare una direzione, in un mercato come quello dei Brics che resta ancora sconosciuto ai più i quali, a loro volta, sono anche la maggior parte degli investitori retail.

In questo caso è bene considerare solo quelli presenti nel range dell’investment grade cioè quelli che secondo i suddetti esperti dovrebbero essere utili ai fini degli investimenti e quindi con garanzia di un ritorno. Diversamente si potrebbe sconfinare nei cosiddetti speculative, cioè titoli la cui consistenza finanziaria resta maggiormente eterea e quindi più rischiosa.

In pratica il principio base è lo stesso delle azioni: solitamente le più solide sono anche quelle che generano un premio minore, ma almeno più stabile. Ma in questo caso è possibile un compromesso al rialzo da parte dell'investitore: bond investment grade a tripla B ovvero titoli che riguardano paesi relativamente solidi come l’Italia ma che al momento presentano incertezze sul breve termine pur contando su fondamentali forti.

In altre parole si tratta di scegliere non proprio fra nobili decadute che non possono vivere di rendita ma tra gentili signore attempate che al momento non dispongono di liquidi ma che presto ne potrebbero venire in possesso. Una metafora sociale che ben incontra il paragone con l’Italia moderna la quale, a sua volta si trova in piena competizione anche in questo caso. Infatti, tra queste “occasioni” si presentano delle new entry estremamente promettenti. Si tratta in realtà di nazioni che spesso possono sfruttare elementi innovativi come la popolazione giovane (assente in Italia) unita alla possibilità di importare tecnologia già sviluppata a prezzi inferiori, cosa che permette di dimezzare i tempi di crescita rispetto alle cosiddette economie mature.

Si tratta di Brasile e India al primo posto le quali possono vantare rendimenti sui decennali rispettivamente al 9% e al 7% contro una media del 4% su tutto il settore. In questo caso la popolazione e la alfabetizzazione tecnologica hanno giocato un ruolo di primo piano.

Primo piano che ha riguardato tutta l’America Latina, protagonista di una crescita economica insperata e che ha coinvolto anche il Messico. (5% di rendimento sui decennali) e che con riforme e progetti per un forte miglioramento delle infrastrutture, punta a porsi come nuovo soggetto tra le realtà più competitive dell’ultimo quinquennio.

Se si vuole restare in ambito europeo oltre l’Italia si può puntare su Madrid (5% sui decennali) con l’avvertenza che un settore immobiliare bloccato, un debito problematico e un sistema bancario in bilico sono fattori altissimi di rischio, mitigati solo dalla presenza della Bce.

brics

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